di Alberto Sebastiani
su la Repubblica SERA
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Trama. È pericoloso, a volte, entrare nelle officine, nei cassetti segreti, nelle stanze private di artisti importan- ti. Si possono scoprire cose indecifrabili. Come la colle-
zione surreale (non in senso metaforico) appartenuta a Caspar David Friedrich, il pittore tedesco (1774-1840) che coi suoi paesaggi ha mostrato l’immensità della natura e la piccolezza inquieta
dell’uomo di fronte ad essa. Ma quando all’inizio del Novecento Vasily Zhukovsky è mandato sull’isola di Greifswalder - nel mar Baltico, lungo le coste tedesche - incaricato di regi- strare,
classificare, redigere l’inventario degli oggetti custoditi nelle sue stanze, la sua collezione privata, si trova di fronte a cose estremamente differenziate, curio- se, incredibili, distribuite
nei cassetti e negli spazi della casa in maniera meticolosa, ma secondo una cataloga- zione e una sistemazione del tutto incomprensibile, in teche che sembrano rebus. Una “wunderkammer” con
documenti, carte geografiche, reperti archeologici, monili, unguenti e veleni, ritratti, arnesi per la fabbrica- zione di bauli e valigie, ex voto. Zhukovsky descrive la sua impotenza in alcune
lettere, mentre quegli oggetti sono lì che ci interrogano ancora oggi. E il libro di Liliana Salone, Il beneficio dell’inventario (Giuda edizio- ni), alterna le lettere dell’inviato disperato a
disegni che riproducono quei “rebus”, con tanto di indice analitico finale.
Stile. I disegni a matita di Liliana Salone costruiscono in 36 tavole illustrate l’intero catalogo dei reperti, una rap- presentazione frontale, come dipinti, o come curiose e
inquietanti carte dei tarocchi che raccontano una storia da decifrare. Viene da pensare che non a caso appaia la carta della Papessa, in questo catalogo, cioè la figura della conoscenza segreta
femminile. E anche se nei disegni di Il beneficio dell’inventario la Salone sembra restare scientifica, come Zhukovsky, questa riproduzio- ne frontale è una riscrittura che offre appunto 36
fram- menti di storie che scuotono, un po’ come le collezioni surrealiste, come la stanza di André Breton, che stupi- sce e suggerisce associazioni esplosive. Per l’incon- scio.
Pregi e difetti. Le esplosioni delle associazioni dell’in- conscio possono essere benefiche, e da qui forse «il beneficio» dell’inventario, che però può anche essere inteso nell’accezione che prevede il Codice Civile di fronte a un’eredità, che una persona accetta ma non vuole sia confusa con il suo patrimonio personale. Un altro rompicapo, che arricchisce un volume che può piacere per i disegni curati, che può incuriosire per la storia a cui allude (più che narra), ma che diventa dav- vero interessante se indagato senza beneficio d’inven- tario.
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