Avere fame di vento. Alighiero Boetti
5 film, 5 artisti, 5 poetiche
Un progetto a cura di Elettra Stamboulis realizzato da Associazione Mirada
Con la collaborazione di Accademia di Belle Arti di Ravenna,
del Comune di Ravenna e del Cinema Astoria di Ravenna
Si tratta di un incrocio di sguardi sicuramente inconsueto: Francofonia, diretto dal regista russo erede della tradizione di Tarkovskji, è sicuramente il più estetico degli epici ritratti del potere che lo hanno reso noto, ovvero Moloch (su Hitler), Toro (su Lenin) e Il sole (su Hirohito). E il tema dell'estetica incrocia nuovamente il grande male del novecento, che non colpisce solo le vite umane, ma il tempo: al centro della vicenda vi è la conservazione della bellezza del Louvre durante la Seconda Guerra Mondiale e il conte Franziskus Wolff- Metternich, incaricato di portare il patrimonio del museo parigino in Germania. Si tratta inoltre di un'occasione immancabile di vedere sul grande schermo una pellicola che è passata fugacemente dalle sale di Ravenna e che è invece una delle più intense interpretazioni della bellezza degli anni 00.
La visione del maestro Pivi, che ha scelto una pellicola di un regista che ha messo al centro anche un altro museo ne L'arca russa, parte da questo: Per ricordare al mondo l'oblio dei crimini di guerra ripone un'affascinante attenzione verso la scultura la pittura, cattura con l'occhio della telecamera particolari che lui riesce ad ingigantire ancor di più e mentre il film scorre, la bellezza si catalizza nel mistero espressivo della materia vissuta dei reperti e insita nei capolavori dei grandi maestri del Louvre. Questa scelta ha intercettato il fare artistico dello scultore di origini camerunensi Victor Fotso, che realizzato 5 sculture appositamente per questa occasione. Questi, nel progettare il suo intervento all'interno del cinema Astoria, riflette non solo sul contenente, una struttura che non è altro che un contenitore, un palcoscenico sul quale si esibisce la cultura, ma anche sottolinea attraverso una cifra stilistica evidentemente primitivista, l'arte della sua terra, l'Africa, quasi negata e dimenticata da tanti, ma che è stata l'elemento fondante di buona parte della produzione artistica del XX secolo. Fotso non dimentica che Francofonia è un film che si interroga su una dualità, il rapporto tra Francia e Germania durante il conflitto, e che tale dualità permane ad interrogarci sul rapporto tra le nazioni e i continenti. Pivi nell'esplicitare le ragioni di questa sua scelta conferma questa intuizione: Le opere da lui rivisitate paradossalmente ci fanno per un attimo dimenticare le violenze le barbarie di cui l'uomo è ancora capace. Credo che questo sia il motivo più importante per cui ho scelto questo film.Il regista ci propone quest'intima ri-lettura della storia attraverso gli occhi dell'Arte. E' L'auspicio di un mondo forse
Comunicato Stampa n. 4 aprile 2017 ancora possibile dove la bellezza dell'arte può essere utilizzata come una potente terapia per curare l'individuo.
La trama ci parla di una grande nave cargo in un mare in tempesta piena di opere chiuse dentro container, un trasporto dal valore inestimabile per la cultura patrimonio dell'intera umanità. Il carico preziosissimo é alla deriva, in balia delle onde, in procinto di un tragico naufragio "spirituale" il regista allude al grande capolavoro immortalato nella zattera della Medusa.
Un'opera che vuole sensibilizzare le nuove generazioni, il suo film ci ricorda che i luoghi della memoria non sono affatto divenuti sicuri ed inviolabili per il patrimonio artistico, lo si coglie in queste sue sequenze, mentre la pellicola scorre in modo surreale, si avverte una consolante condizione, che traghetta la nostra mente verso acque più rassicuranti dove i valori assoluti dell'Arte raccontati da Sakurov in realtà riescono ad illuderci e a farci dimenticare almeno per pochi istanti gli orrori della guerra.
Leonardo Pivi (Cesena 1965, vive e lavora a Riccione)
Apprende la tecnica musiva all’Istituto d’Arte per il mosaico “Gino Severini” di Ravenna dove si diploma come restauratore musivo, continua gli studi artistici presso l’Accademia Belle Arti di Bologna diplomandosi in Pittura nel 1988. Nei primi anni novanta comincia il suo percorso espositivo, realizzando lesue prime istallazioni scultoree di piccolissime dimensioni; di questo periodo è importante ricordare le prime mostre personali: Anima mangia anima a cura di R. Daolio, nella sede storica della galleria Neon a Bologna e Atto di preghiera a cura di G. Romano, nella prestigiosa galleria Analix di Ginevra (1994) Dal 1994 ad oggi partecipa alle fere d’arte di Basilea, Art frst Bologna, al Miart di Milano, in Arco Madrid, Artissima Torino, fera di Bruxelles, Roma-Road to Contemporary Art. I lavori di Pivi sono presenti come opere pubbliche in diverse città Italiane, si ricorda: Vis a Vis grande mosaico policromo presso la stazione ferroviaria di Modena, Una fnestra supegaso, opera musiva presso la stazione Repubblica di Milano e l' opera commemorativa I colori della primavera presso il centro polifunzionale dello sport, in ricordo di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri commissionato dalla Juventus footbal Club.
Attualmente è docente nella materia di Ricerca musiva presso l’Accademia Belle Arti di Ravenna
Victor Fotso Nyle (Douala - Camerun, 1990) vive e studia a Ravenna.
Nel 2010 si diploma all’Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo (Camerun). Dal 2012 frequenta il corso di Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Parallelamente frequenta anche un corso superiore di ceramica ITS della Tonito Emiliani e nel 2015 ottiene il diploma di Tecnico superiore per la progettazione e la prototipazione dei manufatti ceramici a Faenza. Vince con due progetti il premio Shell per l'allestimento della piattaforma Clippers nel 2013.Partecipa ad azioni collettive come “Nuove rotte della cultura” di V!RA nel 2014.Svolge un tirocinio formativo presso lo studio dello scultore Andrea Salvatori. Partecipa al Festival dei talenti nel 2015. Il FAI lo invita ad esporre alla Torre di Traversara di Bagnacavallo, dove realizza un work in progress. Espone alla galleria FARO ARTE a Marina di Ravenna in occasione della mostra per i fnalisti del premio Marina di Ravenna del 2015.Vince il premio RAM nel 2015 ed espone al MAR (Museo d’Arte della città di Ravenna) .Svolge un tirocinio presso lo studio Bertozzi & Casoni con i quali continua la collaborazione. Risulta vincitore del concorso “DEMANUMEA” nel 2016. Nello stesso periodo espone alcune opere al Palazzo Rasponi 2 di Ravenna in occasione di una mostra collettiva. Realizza una mostra personale nella galleria d’arte comunale di Ravenna nel 2016 .
La sua ricerca artistica mette al centro la figura femminile e nei suoi dipinti e nelle sue sculture riproduce quella che per lui è la varietà umana e la sua idea di bellezza unendole alle proprie suggestioni intimistiche.
Come per gli altri appuntamenti, si può vedere il flm a 8 euro, oppure visione + calice di vino a 10 euro.
Cosa rimane nella nostra retina di tutte le immagini che ogni giorno ci bombardano? Quali sono le immagini che veramente colpiscono il nostro immaginario e quali quelle che scorrono via, senza lasciare traccia? Sicuramente il cinema, con il suo insieme ipnotico di narrazione, musica, immagini in movimento, montaggio, si sedimenta più di altri nel nostro occhio: ecco perché abbiamo chiesto a 5 docenti dell'Accademia di Belle Arti di Ravenna di indicarci ciascuno un film che per loro aveva avuto un particolare significato, che aveva in qualche modo contribuito a creare la loro poetica o visione del mondo.
Questi cinque film saranno proiettati da gennaio a maggio per cinque domeniche: cinque artisti, che hanno fatto parte del progetto RAM nelle scorse edizioni, sono invece chiamati ad interpretare con il loro occhio e creare quindi cinque progetti espositivi, ciascuno dedicato ad un film in visione all'Astoria.
Lo spazio di questo cinema, che racconta di un mondo in parte disperso e finito, quello degli anni '60, delle splendide sorti progressive dell'ampliamento industriale di Ravenna, si presenta come un contenitore complesso, ma sfidante per il lavoro dei cinque artisti, diversi anche per tecniche e approccio.
Il terzo appuntamento della fortunata rassegna Artstoria insegue la visione del pittore Andrea Chiesi: la fuga nella città ideale e stilizzata, segnata dalla sua caducità, che è una delle chiavi della poetica del docente dell'Accademia di Ravenna, si riconosce nella città narrata da Wim Wenders ne Il cielo sopra Berlino.
Ispirata dalle poesie di Rilke, la pellicola che vinse la Palma d'oro a Cannes per la regia nel 1987, è sicuramente una musa ispiratrice per molti che la videro negli anni '80 e che intuirono che in questa onirica visione si nascondeva qualcosa che stava accadendo sotto la superficie delle cose. Costruita senza mappa, senza una sceneggiatura fissa, inseguendo la città e i suoi rumori fantasmatici, i suoi umori, le pulsioni crepuscolari del regista, gli ascolti musicali che erano allora chirurgia dell'anima, quest'opera è sicuramente una delle pellicole culto di quegli anni e guidò lo sguardo di chi vedeva in Berlino il punto limite dell'esperienza europea.
Sarà sicuramente una scoperta invece, per chi è venuto dopo, la guida di Homer, l'anziano che guida gli angeli nella spiazzante Postdamer Platz segnata dalla guerra e dalla divisione: quello che fu non torna, e la parabolica ricostruzione seguita alla riunione delle due Germanie ha sicuramente prodotto un effetto totalmente diverso dai ricordi in bianco e nero che si ascoltano nel film.
L'istallazione della video artista Miriam Dessì dal titolo Flâneur parte dall'impianto sonoro, in particolare da Nick Cave & the Bad Seeds, che hanno un ruolo cruciale nel film, e dà una personale interpretazione delle luci e delle ombre, intese non solo come strumenti espressivi. Il video si ispira alla trapezista del film, Marion, con i suoi dilemmi, incastrata nella realtà fuggente che il suo mestiere comporta, costantemente “appesa ad un filo”, si interroga sulla sua identità, sulla sua storia, sul suo futuro. Così Flâneur si muove dentro la città; una città generica, frammentata, immaginata, malinconica, in cui prendono corpo pensieri e riflessioni.
Perchè Chiesi ha scelto questo film?
“La città è la vera protagonista. Si fa corpo, creatura, ma è una città che non esiste più, in bianco e nero, prima della caduta del muro, resa magistralmente in musica da Nick Cave and the Bad Seeds con Blixa Bargel degli Einsturzende Neubauten.
Una città esistenziale, fuori dal tempo, come l'hanno conosciuta gli angeli che osservano gli abitanti dall'alto della Siegessaule e che si trovavano già lì prima di ogni cosa. L'angelo che per amore, ma anche per sentire, toccare, annusare, vedere i colori, rinuncia alla corazza dorata e si fa carne, perchè l'uomo nella sua caducità vive in ogni istante un miracolo che anche l'angelo invidia.”.
Quando il bambino era bambino
era l'epoca di queste domande.
Perchè io sono io, e perchè non sei tu?
Perchè sono qui, e perchè non sono lì?
Quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole è forse solo un sogno?
Non è solo l'apparenza di un mondo davanti al mondo
quello che vedo, sento e odoro?
C'è veramente il male e gente veramente cattiva?
(Peter Handke, da Lied vom Kindsein, in Il cielo sopra Berlino)
Andrea Chiesi (1966), artista contemporaneo, ha vinto i premi Gotham Prize, Istituto Italiano di Cultura New York (2012); I Premio Terna (2008); V Premio Cairo Editore (2004), XXXVIII Premio Suzzara (1998). Si sono occupati del suo lavoro i critici Dede Auregli, Luca Beatrice, Mario Bertoni, Francesco Bonami, Mian Bu, Carlo Alberto Bucci, Beatrice Buscaroli, Sarah Cosulich Canarutto, Fernando Castro Florez, Fulvio Chimento, Arnaldo Colasanti, Valerio Dehò, Franco Fanelli, Michele Fuoco, Alberto Fiz, Walter Guadagnini, Flaminio Gualdoni, Shao Kang Chunzi, Camillo Langone, Gianluca Marziani, Anna Mecugni, Nadia Raimondi, Achille Bonito Oliva, Sandro Orlandi, Marco Pierini, Ivan Quaroni, Gianni Romano, Gabriele Sassone, Maurizio Sciaccaluga, Chiara Serri, Vittorio Sgarbi, Angela Vettese, Peter Weiermaier, Alberto Zanchetta.
Ha collaborato con gli scrittori Roberto Alperoli, Giorgio Casali, Emidio Clementi, Ugo Cornia, Giovanni Lindo Ferretti, Giancarlo Liviano D'Arcangelo, Marco Philopat, Giovanni Rossi, Simona Vinci.
Ha collaborato con i gruppi musicali Ataraxia, Officine Schwartz, Disciplinatha, Massimo Volume Consorzio Suonatori Indipendenti, Siegfried.
Insegna Pittura all'Accademia di Belle Arti di Ravenna dal 2015.
Miriam Dessì (1985) vive a Ravenna e lavora nell’ambito della produzione video. Dal 2005, durante il programma di scambio Erasmus presso la Facultad deBellas Artes di Bilbao, approfondisce lo studio del video arrivando così a fare di questo il suo mezzo di espressione artistica e di ricerca. Nel 2008 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Ravenna con una tesi sul tema dell’inquietudine nei videomusicali ponendo l’attenzione sul video musicale come forma d’arte e approfondendo, nello specifico, il lavoro di Chris Cunningham e Floria Sigismondi. Fra il 2009 e il 2014 vince diversi premi, fra cui la prima edizione di Starting Point, premio riservato ai migliori studenti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e, nel 2012, per la sezione video, viene selezionata per il Festival Internacional de Arte Independiente, INCUBARTE V, di Valencia, dove espone i suoi lavori in diverse sedi della città. Nel 2015 vince il premio ravennate RAM per giovani artisti. Attualmente lavora a progetti video su commissione, collaborazioni e nuovi progetti di ricerca artistica personale.
Il secondo appuntamento segue la visione di Alberto Giorgio Cassani che ha scelto Paris, Texas, il film del 1984 vincitore della Palma d'oro a Cannes quell'anno: scritto in parte insieme al drammaturgo e attore Sam Shepard, è uno dei film più amati dal pubblico del regista tedesco Wim Wenders. E l'interprete della visione non poteva che essere un fotografo, Nicola Baldazzi (classe 1985), legato alla poetica della scuola di Guido Guidi e di Osservatorio fotografico.
La pellicola scorre come una specie di blues visivo, una viaggio in paesaggi quasi immaginari, nell'occidente americano che sta nei nostri sogni. C'è molto del pittore del silenzio, Edward Hopper, ma c'è anche un'indagine anarchica sull'amore, c'è la frontiera che abbiamo in testa, e l'impossibilità di incontrarsi. Shepard aveva collaborato anche alla sceneggiatura di Zabriskie Point di Antonioni, è quindi doppiamente artefice della visione poetica del deserto americano nel nostro immaginario.
La mostra di Nicola Baldazzi sarà un'istallazione fotografica con una selezione di fotogrammi del film e suoi ritratti di paesaggi del territorio, da cui il titolo Ravenna, Ohio. Alternate a fotogrammi rubati e anche non presenti nel girato finale del film, il ritmo espositivo avrà anche un accompagnamento musicale. Difatti durante l'inaugurazione ci sarà un concerto del gruppo Cacao ovvero Matteo Pozzi (chitarra) e Diego Pasini (basso). Una sorta di tributo sentimentale e replica originale del lavoro di Wenders, tra la Baiona e il West.
La pellicola scorre come una specie di blues visivo, una viaggio in paesaggi quasi immaginari, nell'occidente americano che sta nei nostri sogni. C'è molto del pittore del silenzio, Edward Hopper, ma c'è anche un'indagine anarchica sull'amore, c'è la frontiera che abbiamo in testa, e l'impossibilità di incontrarsi. Shepard aveva collaborato anche alla sceneggiatura di Zabriskie Point di Antonioni, è quindi doppiamente artefice della visione poetica del deserto americano nel nostro immaginario.
La mostra di Nicola Baldazzi sarà un'istallazione fotografica con una selezione di fotogrammi del film e suoi ritratti di paesaggi del territorio, da cui il titolo Ravenna, Ohio. Alternate a fotogrammi rubati e anche non presenti nel girato finale del film, il ritmo espositivo avrà anche un accompagnamento musicale. Difatti durante l'inaugurazione ci sarà un concerto del gruppo Cacao ovvero Matteo Pozzi (chitarra) e Diego Pasini (basso). Una sorta di tributo sentimentale e replica originale del lavoro di Wenders, tra la Baiona e il West.
Perchè Cassani ha scelto questo film?
“A volte i film rimangono impressi per una sequenza. Credo che una delle più belle dell'intera storia del cinema sia quella del peep-show del Keyhole Club di Paris, Texas di Wim Wenders. Vi sono rappresentati due dei sensi principali dell'uomo: la vista e l'udito. Si passa dallo dimensione non paritaria del vedere (Travis che osserva Jane senza che lei possa guardarlo), all'equilibrio dell'udire (Jane che finalmente ascolta la confessione di Travis). A far da contrasto assoluto con questa stanza-cella, gli sconfinati paesaggi dell'America, dal deserto alle highway, alle banche "drive-in", agli hotel-grattacieli. Che Wenders ci ha insegnato a vedere, forse per la prima volta”.
Alberto Giorgio Cassani (1960), laureato in Architettura al Politecnico di Milano e dottore di ricerca in Conservazione dei beni architettonici, è docente di prima fascia di Elementi di architettura e urbanistica all’Accademia di Belle Arti di Venezia; insegna a contratto la stessa materia, dal 1995, all’Accademia di Ravenna. È redattore delle riviste «Albertiana» e «Anfione e Zeto» e collabora con «Casabella». Studioso di L.B. Alberti, ha al suo attivo diverse monografie e saggi. Tra le sue più recenti pubblicazioni: L'occhio alato. Migrazioni di un simbolo (Aragno 2014) e Figure del ponte. Simbolo e architettura (Pendragon 2014). Suoi campi d’interesse sono inoltre la storia dell’architettura moderna e contemporanea, la teoria e storia del restauro, la letteratura sulle città e la fotografia d’architettura.
Nicola Baldazzi è nato nel 1985 a Ravenna dove vive e lavora. Si è formato seguendo le lezioni di Guido Guidi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Successivamente ha seguito laboratori con diversi fotografi e artisti tra i quali: Alessandro Tosatto, Cesare Fabbri, Andrew Phelps, Marcos Morau, Gerry Johansson, Jason Fulford, Joachim Brohm e Valentina Seidel. Nel 2013 l’associazione Osservatorio Fotografico di Ravenna ha pubblicato il suo primo libro “Piccolo prontuario di fotografia segnaletica”. Nello stesso anno è finalista al Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee. Nel 2014 è tra i vincitori del concorso Giovane Fotografia Italiana all'interno del festival Fotografia Europea di Reggio Emilia. Nel 2015 vince il premio biennale R.A.M. sezione fotografia promosso dall'Ass. Culturale Mirada di Ravenna. Nel 2016 è tra gli autori selezionati per la mostra e la pubblicazione Abitare il deserto curata da Giovanni Zaffagnini e Osservatorio Fotografico di Ravenna.
Come per gli altri appuntamenti, si può vedere il film a 8 euro, oppure visione + calice di vino a 10 euro.
Come per gli altri appuntamenti, si può vedere il film a 8 euro, oppure visione + calice di vino a 10 euro.
Le mostre – istallazioni saranno visitabili dagli spettatori per un mese negli orari di apertura del cinema.
La visione di Alberto Giorgio Cassani
Film: Paris Texas, di Wim Wenders.
Artista Nicola Baldazzi
Data: domenica 12 febbraio. Inaugurazione ore 19.45
Video realizzato da Miriam Dessì | Attrice Giulia Rabboni | DOP Ettore Zito | Post produzione a cura di Francesco Tedde e Antropotopia | Musiche di Alessio Buttazzoni e collettivo la melassa
Programma
La visione di Maria Rita Bentini
Film: Donne senza uomini, di Shirin Neshat
Artista : Sara Vasini
Data: domenica 15 gennaio
La visione di Alberto Giorgio Cassani
Film: Paris Texas, di Wim Wenders.
Artista Nicola Baldazzi
Data: domenica 12 febbraio
La visione di Andrea Chiesi
Film: Il cielo sopra Berlino, di Wim Wenders.
Artista: Miriam Dessì
Data: domenica 12 marzo
La visione di Leonardo Pivi
Film: Francofonia, di Aleksandr Sokurov
Artista: Viktor Fotso
Data: domenica 9 aprile
La visione di Paola Babini
Film: The Danish Girl, di Tom Hooper
Artista: Maria Ghetti
Data: domenica 7 maggio