Dal 16 marzo al 7 aprile 2002 la città di Ferrara (Museo dell'illustrazione) ospita Nuvole da oltre frontiera, eccezionale mostra antologica delle "strisce" di Joe Sacco, fumettista-giornalista
maltese, statunitense di adozione. La mostra, curata da Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini, è organizzata dall'Associazione culturale Mirada
L'esposizione di ferrara propone 80 tavole originali a fumetto, tratte dalle opere Palestina, una nazione occupata (unica tradotta per ora in italiano) e Strip of Gaza. Accanto alle strisce più
famose anche vignette meno note al pubblico italiano: alcune estratte dal libro dedicato alla Bosnia, Safe Area Goradze, ed altre ancora apparse sulla rivista Time. Proprio in occasione della
mostra, la casa editrice Mondadori pubblica, in una nuova traduzione di Daniele Brolli, Palestina: Una nazione occupata e Striscia di Gaza.
Già vincitore del prestigioso premio giornalistico Pulitzer, Joe Sacco è sicuramente uno dei cartoonist più interessanti del panorama internazionale, perché utilizza la tecnica del fumetto per
tradurre reportage di grande attualità. In un'intervista descrive così il suo lavoro: "Ho passato molto tempo seduto nei bar a parlare. Se la gente parlava di rock, anch'io parlavo di rock. A me
interessa capire ciò che le persone ritengono importante, cosa pensano. Questo mi permette di entrare nel mondo in cui vivono". Sacco procede, infatti, raccogliendo frammenti, da qui nascono
isuoi sevizi: si tratta di una forma particolare di giornalismo, in cui combina abilmente gli strumenti propri del reportage classico con il fumetto. Proprio attraverso questo linguaggio riesce a
costruire dei ponti, che vanno ben al di là della semplice trasmissione di informazioni, poiché coinvolge emotivamente i lettori e li avvicina alle persone e alle loro storie. "Voglio che i
lettori - continua nell'intervista - sentano empatia, che apprezzino le storie umane dietro i titoli gridati. Voglio che i lettori capiscano come la Storia può scorrere sopra la testa delle
persone e distruggere le loro vite. Voglio che i lettori apprezzino come sono fortunati a vivere in un posto dove c'è la pace da lungo tempo". Nel 1994 viene pubblicato dalla Fantagraphics, casa
editrice di fumetti underground di Seattle, Palestine: a nation occupied, resoconto giornalistico e racconto per immagini di due mesi trascorsi dall'autore, tra il 1991 e 1992, in Israele e nei
Territori Occupati. L'interesse suscitato da quest'opera negli Stati Uniti è notevole, tanto che il libro è recensito positivamente da numerosi giornali (New York Times, Washington City Paper,
Details…) e nel 1996 vince il prestigioso American Book Award.
Naseer H. Aruri, docente di Scienze Politiche presso l'università del Massachusetts, scrive in proposito: "Sacco ha brillantemente e acutamente catturato l'essenza della vita sotto una prolungata
e repressiva occupazione. Ogni pagina è equivalente ad un saggio su uno dei molti aspetti dell'occupazione". L'opera di Joe Sacco ha, infatti, l'intento di dare voce ai palestinesi, riportando le
loro storie e il loro punto di vista. "Non avevo alcuna intenzione di pormi nel mezzo, fra le parti - ha ammesso l'autore - sto solo cercando di portare fuori le storie dei palestinesi". Impegno
certo non da poco per un artista cresciuto negli USA, che, come lui stesso ha detto, si è avvicinato alla questione palestinese partendo dallo stereotipo "palestinese=terrorista". Il progetto
dell'intera opera ha richiesto più di tre anni di lavoro ed è stato realizzato in 9 parti, raccolte poi in due volumi: "Palestine: a nation occupied" e "Palestine: in the Gaza strip". Lungi
dall'idealizzare le persone, che rivivono nei suoi disegni, l'autore riesce, con un sapiente uso dello humour, a rendere la narrazione più leggera. I palestinesi acquistano, così, una loro
individualità, non sono più un tutto indistinto, diventano uomini e donne con idee politiche, problemi familiari, voglia di sorridere. Il fumetto, nelle sue opere, riesce a comunicare una
consapevolezza delle situazioni che sarebbe difficile ottenere con altri media. "I fumetti, dice il cartoonist, possono offrire una gamma tale di informazioni visive da rendere un posto,
qualsiasi posto, reale agli occhi del lettore. E non solo un posto, ma anche le persone, perché attraverso i dettagli del paesaggio ciascuno può vedere cosa essi indossano, come lavorano il
legno, come sono arredate le loro case".
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