Galleria Mirada riprende l’attività espositiva presso la propria sede (via Mazzini, 83 – Ravenna) dopo la pausa estiva organizzando per la seconda parte del 2014 una serie di
mostre che mettono a fuoco in particolare il disegno.
La prima mostra is animas curata da Antonella Perazza inaugura giovedì 4 con in esposizione i lavori appositamente realizzati dall’artista Gio Pistone.
Per is animas, Gio Pistone ha iniziato la sua ricerca durante un viaggio in Sardegna, terra antica e ricca di tradizioni, per poi estenderla al folklore di tutto il mondo. Ne ha
estrapolato una lunga lista di esseri che rappresentano i terrori che accomunano tutti i popoli, differenziandosi solo nella forma e nella figurazione. In seguito, li ha reinterpretati,
miscelandoli con le proprie paure e suggestioni.
Nata a Roma, ha girato l’Europa fino ai 25 anni assieme alla Sindrome del Topo gruppo di propagatori del sogno lucido, costruttori e inventori di strutture giocose con cui ha costruito un
Labirinto mutante a Mostar in Bosnia Erzegovina.
Poi torna a Roma con l’intento di fermarsi nella sua amata città e di viaggiare di più con la mente. Ci riesce con il collettivo SerpeinSeno, gruppo di disegnatrici comodamente sedute.
Lasciato il gruppo, parte per un nuovo capitolo di viaggio finalmente sola. Le sue figure di fantasia, stilizzate e pulite, sono al limite dell’astratto, hanno occhi, mani e gambe ma sembra che
siano pronte a perderli e a lasciare presto questa dimensione per esplorarne altre. Lavora dipingendo su muro, carta, legno, ferro e tutto ciò che di interessante trova per strada.
Foto tratta dal progetto Instant portrART
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Is animas
di Antonella Perazza
“Hai visto stanotte il terremoto?”
Quando da piccola sentii la mia vicina formulare erroneamente questa domanda, il terremoto non è, infatti, un fenomeno visivo, nella mia mente apparve nitida l’immagine di un gigante, alto più
dei tetti, che di notte indossava uno strano cappello e si divertiva, a discapito di chi ci viveva, a scuotere le case. A volte era più arrabbiato del solito e le agitava talmente forte da farle
crollare.
Una domanda ingenua, formulata nel modo sbagliato, aveva creato un’immagine spaventosissima nel mio piccolo mondo di bambina e io avrei voluto a tutti costi vedere con i miei occhi questo strano
essere.
Gio Pistone, con i suoi lavori, me lo ha restituito. Sorvolando con lo sguardo le sue opere, ho riassemblato i pezzi dei miei ricordi e ho riconosciuto lo spirito primordiale che mi ha tenuto
sveglia tante notti. L’ho spiato nella violenza coloristica dei suoi disegni, ho rivissuto il tremore sulle braccia, dato da quegli attimi di tensione sismica. Guardando queste carte con la
stessa curiosità che mi apparteneva da bambina, ho capito che gli spiriti raffigurati, come l’artista usa definirli, in qualche modo accomunano tutti. Sono uomini-animali, uomini enormi, mostri
orrendi che attentano continuamente a qualcosa di nostro, generati da ansie e pensieri oscuri che arricchiscono le paure. La mia casa, in Abruzzo, sarebbe forse crollata a causa di uno spirito
terremoto?
Ora posso dire di no, ma la fantasia, crescendo, costruisce leggende che si annidano nel tempo e nei luoghi vissuti dall’uomo, e i mostri presentati (Celeno, Galipote, Lamia, Sacras, Babau,
Skoffin, per citarne alcuni tra i più conosciuti) edificano labirinti di superstizioni creando distanze dalla realtà.
Le creature di Gio, accese da una luminescenza che sa di memoria o retaggio, ci ammoniscono e ci chiedono di essere alimentate dall’irrazionalità che lotta con l’Io cosciente.
È per questo che la loro restituzione in immagini risulta frantumata in diverse sub-creature che si compenetrano e si sostengono in una simbiosi reciproca. Le cromie di cui sono ricoperti
provengono dal mondo naturale e sono accostate in vibrazioni che indicano pericolo, veleno e dolore.
I loro musi, parodie di volti umani, non sono sempre così terrificanti ma attraverso il loro fare cattivo, taciturno e indispettito descrivono l’iconografia di un bestiario immaginifico che ci
portiamo dentro. Gli esseri raccontati, infatti, non sono altro che reminiscenze di carestie, calamità naturali, incidenti e altri disastri, e solo chi ha vissuto sulla propria pelle l’inedia
riesce a temerla e coagularla in un mostro come AVERE FAME.
Analizzare la storia culturale di un’emozione come la paura è un compito molto complesso, adatto a un’artista sensibile come Gio che ci tiene in bilico, attraverso le sue opere, tra curiosità e
timore. In questo senso “Is animas” è un deposito di immagini, catalogo di simboli che echeggia memorie lontane, legate a tradizioni spesso dimenticate ma innestate nel subconscio.
Per vedere altri lavori di Gio Pistone: Link
La mostra di Gio Pistone è all'interno della programmazione del festival “Subsidenze Street Art Festival 2014”, che coinvolgerà varie zone della città. Gli artisti invitati, locali e di fama nazionale : DissensoCognitivo, Hope&Gig, Millo, No Curves, SeaCreative, Zedone, dotati di un grande riscontro di pubblico e di critica sia in Italia che all’estero, realizzeranno delle opere di grande portata architettonica e visiva che permetteranno di rendere visibile la nostra città a livello europeo. L’Associazione si propone di estendere il dibattito e il confronto tra arti urbane e cittadini, attraverso nuovi murales, includendo scambi di artisti con città gemellate nell’ottica di rinnovare questa edizione con edizioni successive.
Immagine invito
Disegno di Gio Piestone
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Orari: mercoledì dalle 10 alle 13 e dal venerdì alla domenica dalle 15 alle 19
(altri orari su appuntamento)
Per info: Associazione Mirada, Via Mazzini 83 Ravenna Tel +39 0544 217359 - info@mirada.it